Roma, 13 aprile 2019 - Arrivare fino a Lipari e tornare indietro. Tutto d’un fiato. Senza paure, senza tentennamenti. Questa è la “Roma”. Che sia per 1, 2 o Tutti non importa. Per correrla al massimo bisogna seguire una frase celebre di un siciliano DOC, Giovanni Verga: “Scirocco chiaro e tramontana scura, mettiti in mare senza paura”. Ed è quello che hanno fatto in molti. Più di 40 barche che sono scese in acqua per affrontare le 535 miglia della Transtirrenica, o le 218 miglia della “Riva”, che arriva “solo” fino a Ventotene. Quella del 2019 è stata una “Roma” estremamente impegnativa, un’edizione che non ha fatto sconti a nessuno e di nessun tipo. C’è stato il vento, c’è stata la pioggia. A volte troppa. Il ghiaccio ha coperto la tuga delle barche come nemmeno a Natale. Intirizziti dal vento e squassati da un mare formato con quelle onde rognose che solo il Mediterraneo produce hanno ceduto in molti. Danni e cedimenti fisici. C’è stato di tutto e chi è arrivato fino in fondo può a pieno titolo esserne soddisfatto. “Edizione durissima – conferma il presidente del CNRT Alessandro Farassino - come non se ne vedeva da qualche anno. Partenza e arrivo tranquilli, ma a Lipari e nel basso Tirreno, come era nelle previsioni, si è ballato parecchio. Ma tutto sotto l’occhio vigile della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, che hanno dato a tutti grande sicurezza anche nei momenti difficili”.
Ha vinto in tempo reale "endlessgame", in Cooksoon 50 campione d’Italia offshore 2018, che quest’anno, oltre a difendere il titolo, tenterà l’assalto al Fastnet. E con Pietro D’Alì al timone ha sicuramente un altro asso nella “Manica”. Per loro non è stato però tutto facile. "Dopo avere passato l'isola di Ventotene abbiamo rotto la drizza della randa - racconta Stefano Pelizza, navigatore di endlessgame - e per nove ore, abbiamo navigato di bolina solo con il fiocco 4”.
Aggiunge il tattico Pierluigi Fornelli: "Le condizioni di mare e di vento erano troppo rischiose per riparare l'avaria nel buio della notte. Abbiamo previlegiato la sicurezza delle persone a bordo alle prestazioni della barca e abbiamo rimediato all'inconveniente con le prime luci del giorno. Il resto della regata lo abbiamo portato a termine con la randa ovviamente non perfettamente a segno".
Da Riva di Traiano a Lipari, endlessgame ha navigato in condizioni tranquille. Nella risalita verso Riva di Traiano il vento si è rinforzato e al passaggio di Capri è arrivato a 28-30 nodi d'intensità. Ed a quel punto i suoi inseguitori hanno ceduto. Per rotture alla randa e guasti all’elettronica hanno abbandonato in sequenza il Canard 45 Mesogeios, il Mylius 14E55 SexYToo e il Mylius 55 TestaCuore. Tre colpi di scena che hanno rivoluzionato la classifica e portato alla ribalta quelli che si sono poi rivelati i vincitori overall: O’ Guerriero, Comet 41S di Alessandro Ciofani e Annamaria Gallelli, che conferma la sua vittoria dello scorso anno in IRC riportandosi a casa la Coppa Don Carlo, e Sir Biss, Sidney 39 di Giuliano Perego, che conquista il primo posto in ORC, valevole anche per il Campionato Italiano Offshore. La svolta tattica è avvenuta nel golfo di Salerno, con Sir Biss che ha deciso prima di tutti di portarsi più ad ovest seguito solo successivamente da O’ Guerriero. Ponza è stata lasciata a sinistra da Sir Biss, mentre O’ Guerriero ha deciso di passare fuori e ha iniziato a recuperare fino a quando, dalla bonaccia davanti ad Anzio, il Sidney di Giuliano Perego è uscito più velocemente precedendo il Comet in tempo reale di 21’22”, ma di soli 48” in ORC e cedendo in IRC per 6’23” al vincitore della Roma per Tutti. All’arrivo Giuliano Perego ha atteso l’equipaggio di O’ Guerriero. E li ha lungamente applauditi. Un bel gesto da veri marinai. “Era un gesto che andava fatto – ha sottolineato Giuliano Perego – ed è stato reciproco. E’ stata una regata fantastica e devo dire grazie al mio equipaggio, che è poi lo stesso con cui ho fatto la Middle Sea Race, che si è comportato benissimo. Con O’ Guerriero è stata lotta fino alla fine e la scelta tattica di andare verso il largo, dove c’era più mare ma anche più vento, all’altezza del Golfo di Salerno, è stata la scelta vincente. Poi eravamo più interni ed abbiamo passato le Pontine tra Ponza e Zannone, mentre O’ Guerriero è passato fuori. Alla fine loro spingevano di più, ma abbiamo retto conservano la posizione in reale e questo bel primo posto in ORC”.
Su O’ Guerriero, è Alessandro Ciofani che conferma le parole di Perego:” La scelta tattica decisiva è stata quella di andare verso il largo e noi lo abbiamo fatto all’altezza di Capri dove abbiamo deciso di staccarci dalla flotta e navigare verso il mare aperto per circa 4 ore per poi decidere il momento in cui rientrare. Farlo troppo presto significava perdere il giro del vento, farlo troppo tardi significava perdere strada. Quella decisione è stato un momento di concentrazione fortissima da parte di tutti. E’ stata una regata che ha regalato a tutta la flotta tutte le condizioni meteo, e la sua interpretazione è stata la chiave di volta per fare bene. Abbiamo studiato per tutto il percorso ed abbiamo azzeccato la scelta giusta. La Roma esprime l’essenza stessa della vela d’altura: in regata abbiamo fatto riparazioni, laminazioni in carbonio, abbiamo riparato il tangone. E’ la sintesi della vela offshore, con una grande preparazione a riva, ma anche durante la regata. Sono contentissimo dell’equipaggio, e per noi tutti portare a casa la Coppa Don Carlo per il secondo anno consecutivo è una enorme soddisfazione”.
Oltre a loro, escono da trionfatori dalla “Roma” Michel Cohen, solitario francese innamorato di questa corsa transtirrenica, e Marco Paolucci e Lorenzo Zichichi, due marinai più che navigati, che hanno condotto all’ennesimo traguardo vittorioso una lady non più giovanissima come Libertine. Michel, per una nota non di colore ma sostanziale, è stato artefice di una spettacolare entrata a vela nel porto di Riva di Traiano. Il motore del suo Figaro 2, Tintorel, lo aveva lasciato ed ovviamente le batterie non ricaricavano più. Per lui un’ultima notte senza pilota, passata con in mano la barra del timone senza potersi concedere nemmeno un minuto di riposo.
“Una regata molto difficile e fredda questa volta - spiega Michel Cohen all’arrivo - con una risalita impegnativa fatta di tanta bolina. Il mare era molto formato e dava molto fastidio alla barca, più del vento che anche lui ha soffiato forte. E’ andato tutto perfettamente bene, fino a quando il motore non mi ha lasciato impedendomi di ricaricare le batterie. Ecco, l’ultima notte è stata la più difficile e sicuramente la più faticosa. Anche se non c’erano più i 30 nodi, stare al timone ininterrottamente per tante ore è stato decisamente faticoso. Una corsa fantastica, e fantastico è stato il mio Figaro”.
“Fino a Ventotene non c’erano proprio le condizioni ideali per la nostra barca – commentano Lorenzo Zichichi e Marco Paolucci una volta in banchina – però ci siamo difesi, anche con tanti cambi vele, ed abbiamo tenuto d’occhio gli avversari. Poi prima di Lipari abbiamo preso un grosso groppo e abbiamo anche perso il pilota automatico. Da allora siamo andati avanti a forza di braccia, con turni di un’ora per non stancarci mai troppo, anche perché oltre al forte vento c’era anche un mare formato difficile da affrontare. In queste condizioni, con il meteo estremamente variabile, la nostra scelta è stata quella di fare meno acqua possibile. Dalla rotta diretta abbiamo però deviato per seguire il vento e siamo finiti sotto costa in un punto delicatissimo, ossia tra il Circeo e Anzio. Poi è morto il vento ma ci siamo allontanati facendo, specialmente Marco, un eccellente lavoro con quella bafagna, e siamo riusciti a ripartire bene dopo Anzio. Ma la Roma ha un altro punto difficilissimo ed è l’arrivo. Questo posto te lo dimostra ogni volta! Anche questa mattina con il vento che a due ore da qui è sceso completamente. Noi eravamo conservativi, non avevamo dato spi perché c’erano dei groppi intorno ed eravamo stanchi. In queste condizioni devi conservare la lucidità. Se ti fai prendere dal panico sei finito”.
Se il trofeo della Roma per 2, così come quello della Roma per 1, viene assegnato in tempo reale, per il Campionato Italiano Offshore la classifica valida anche in doppio è quella in ORC che vede vincitore Amapola, Oceanis 430 di Gherardo Maviglia e Maurizio D’Amico , seguito dal Grand Soleil 40 Good Feeling con Alessandro Fanciullacci e Antonio Salvadori, e dal Giro 34 Lima Fotodinamico di Simone Camba con a bordo l’oceanico Francesco Cappelletti.
In IRC il vincitore è stato un solitario della prima ora, Enzo Donadio, in coppia con Gabriele Matrone, che con il suo GS 43 Billie’s Buonce ha preceduto Amapola e Libertine.
Un plauso particolare lo meritano anche gli altri due solitari che hanno portato a termine la regata: Francesco Cerina, con il suo Giro 34 Alpha, che di problemi ne ha avuti tanti, ma non ha mai mollato, e Oscar Campagnola, che, mentre infuriava la burrasca, ha combattuto tutta la notte con il genoa infilatosi sotto la sua barca. Fermo, con la prua rivolta verso il largo, e talmente preso da non rispondere al telefono, ha destato anche qualche apprensione. Appena ha potuto ha ripreso i contatti: ”Sono esausto, dopo una notte così devo dormire. Non preoccupatevi se vedrete la barca ferma. Appena posso ripartirò”. Ed è arrivato fino in fondo. I veterani della “Roma” non mollano.
L’impegnativa Riva per 2/Tutti, con le sue 218 miglia che la pongono come quarta regata italiana per miglia percorse, ha visto in tempo reale la vittoria di Anemos First 40.7 di Alessandro Porcelloni e Luca Cesari, che ha preceduto in classifica Gordon, Elan 410 di Sergio Lippolis, unico equipaggio in doppio, e Kika 2, Elan 410 di Nicolò Stefano.
In IRC, Anemos ha preceduto Machica, GS 39 di Alessandro Ronchini, Mima, Sun Fast 3200 di Enrico Fossati. In ORC, sempre dietro Anemos, si è piazzato il First 36.7 Cygnus della Marina Militare, con a bordo Andrea Pendibene e Giovanna Valsecchi in veste di istruttori, seguito da Mima.
Tutte le classifiche sul sito del CNRT (www.cnrt.it)